Il 1° maggio non è soltanto una data sul calendario. È una pagina viva di storia, un giorno che attraversa il tempo per ricordarci quanto il lavoro sia legato alla dignità umana, alla libertà, alla giustizia sociale.
In questa giornata, celebrata in tutto il mondo, si rende omaggio a chi ha lottato – e continua a lottare – per condizioni di lavoro giuste, sicure, eque. La sua origine risale al 1886, quando a Chicago migliaia di lavoratori scesero in piazza per reclamare la giornata lavorativa di 8 ore. Una protesta che sfociò nella tragica rivolta di Haymarket, ma che accese un movimento globale destinato a cambiare per sempre il rapporto tra lavoro e diritti.
In Italia, la prima celebrazione ufficiale del 1° maggio avvenne nel 1890. Da allora, nonostante sospensioni e ostacoli storici (come durante il fascismo), la Festa dei Lavoratori è rimasta un simbolo potente. Una data in cui le piazze si colorano di testimonianze, dibattiti, concerti, memoria e impegno civile.
Nel 2025, la Festa del Lavoro assume un significato ancora più profondo: dignità, sicurezza, inclusività sono parole chiave in un mondo del lavoro sempre più segnato da precarietà, automatizzazione, migrazioni forzate e nuove povertà.
Con la clip realizzata in occasione di questa ricorrenza, abbiamo voluto offrire un tributo visivo e narrativo a tutte le mani che costruiscono, curano, insegnano, proteggono. Ogni immagine è un invito a non dimenticare che il lavoro, quando è giusto, è vita. Ma quando manca, o è sfruttato, può diventare una ferita collettiva.
Celebrare il 1° maggio vuol dire riaffermare il valore del lavoro come strumento di emancipazione, non solo economica, ma anche culturale e sociale. Vuol dire ricordare che ogni diritto conquistato è frutto di una battaglia, spesso silenziosa ma determinata.
Che sia un giorno di festa, sì, ma soprattutto di consapevolezza e responsabilità.