Presentato da Lino Martini il 2 marzo a Rieti presso l’Aula Consiliare il libro-commedia di Francesco Rinaldi “La fine ‘e lu munnu”. Testo che poi è stato interpretato sul palco del teatro “Flavio Vespasiano” dagli attori del Circolo de li Rapari la sera del 3 e il pomeriggio del 4 successivi. Come si evince dal titolo, l’opera è redatta in perfetto dialetto reatino e ambientata in una piazza della città durante il mercato, con sullo sfondo i fatti drammatici della battaglia di Lesta (7 marco 1821). Si è in tempo di carnevale e l’aria è festaiola. Si vivono in eccitata ricreazione gli ultimi istanti che precedono la quaresima. Dappertutto si vede gente affaccendata, assorbita dalle quotidiane occupazioni. E mentre il popolo impazza nel groviglio carnascialesco di canti e balli, tra saltimbanchi, mascherine e cantastorie, nubi nere spuntano all’orizzonte della vita cittadina: una battaglia è alle porte. È in tale cornice che si dipana la trama di questa interessante commedia che Francesco Rinaldi ha voluto scrivere e presentare al suo pubblico in occasione dell’anniversario della battaglia di Rieti-Antrodoco del marzo 1821, combattuta tra le truppe costituzionali napoletane del generale Guglielmo Pepe e le forze europee della restaurazione, capitanate dal generale Johann Philip Frimont. Divisioni austriache e battaglioni napoletani si fronteggiano a poche centinaia di metri dalle mura di cinta della città, sul confine nord che delimita il territorio reatino dal Regno delle Due Sicilie. La gente non conosce i motivi della contesa, quindi non li comprende, ma sa per atavica esperienza che porterà lutti e distruzioni e, soprattutto, ammanchi ai magri bilanci familiari per le forniture di alloggi, viveri e foraggi che dovrà conferire agli uomini in armi. Tra gli abitanti di Rieti cresce la paura destata dai colpi di artiglieria e la preoccupazione per le sorti dei loro averi, ma la distanza ideologica dai tragici eventi che si stanno consumando dentro e fuori le mura è abissale. E l’autore ben coglie questo aspetto della vicenda quando descrive la vita frivola e spensierata che, nonostante tutto, continua a scorrere nelle case e sulle piazze della città. Una piacevole commedia che l’Autore, tra lazzi arguti e pungenti richiami alla realtà, riesce ad innestare, a tratti anche con rigore storico, sull’evento bellico del marzo 1821.

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